Spiegazione delle parabole di Gesù
(052)
Parabola dei cattivi consiglieri (569.1 - 569.2)
L’uomo ha questa magnifica libertà di volere, e può volere liberamente il bene o il male ed ha anche l’altro magnifico dono di un intelletto capace di discernere il bene e il male e perciò non tanto il consiglio in sé stesso, ma il modo con cui può venire accolto può dare premio o castigo. Ché nessuno può proibire ai malvagi di tentare il loro prossimo per rovinarlo, nulla può interdire ai buoni di respingere la tentazione e di rimanere fedeli al bene.
Lo stesso consiglio può nuocere a dieci e giovare ad altri dieci. Perché se chi lo segue si nuoce, chi non lo segue giova alla sua anima. Perciò nessuno dica: “Ci dissero di fare”. Ma ognuno dica sinceramente: “Io ho voluto fare”. Avrete allora almeno il perdono che si dà ai sinceri. E se siete incerti sulla bontà del consiglio che ricevete, meditate prima di accettarlo e metterlo in pratica. Meditate invocando l’Altissimo il quale non rifiuta mai le sue luci agli spiriti di buona volontà. E se la vostra coscienza illuminata di Dio, vede anche un punto solo , piccolo, impercettibile, ma tale che non può essere in un’opera di giustizia, allora dite: “Io non farò questo perché è giustizia impura.
E in verità vi dico che chi farà buon uso del suo intelletto e della sua libertà d’arbitrio e invocherà il Signore per vedere la verità delle cose, non sarà rovinato dalla tentazione perché il Padre dei Cieli lo aiuterà a fare il bene contro tutte le insidie del mondo e di Satana. (…)
I consigli hanno due valori: quello della fonte dalla quale provengono, ed è già grande perché può avere conseguenze incalcolabili, e quello del cuore al quale sono dati. Il valore che dà ad essi il cuore al quale vengono proposti, è valore non solo incalcolabile ma immutabile. Perché se il cuore è buono e segue consiglio buono dà al consiglio valore di opera giusta, e se non lo fa leva la seconda parte di valore allo stesso che resta consiglio ma non opera, ossia merito solo per chi lo dà. E se il consiglio è malvagio e non viene accolto dal cuore buono, invano tentato con blandizie o con terrori a metterlo in pratica, acquista valore di vittoria sul Male e di martirio per fedeltà al Bene, e perciò prepara gran tesoro nel Regno dei Cieli.
Quando perciò il vostro cuore è tentato da altri, meditate, mettendovi sotto la luce di Dio, se ciò può essere parola buona e se, con l’aiuto divino che permette le tentazioni ma non vuole la vostra rovina, vedete che esso non è buona cosa, sappiate dire a voi stessi e a chi vi tenta: “No. Io resto fedele al mio Signore e questa fedeltà mi assolva dai miei peccati passati e mi riammetta non fuori, presso le porte del Regno, ma dentro ai confini di esso, perché anche per me l’Altissimo ha mandato il Figlio suo per condurmi alla salvezza eterna.